Pubblicato il Sondaggio sulle Tendenze SEO 2022 di Plerdy
L’attesa è finita: il sondaggio è finalmente online!
Plerdy, noto strumento di web analytics fondato nel 2017 in Ucraina, ha invitato oltre cento professionisti del mondo SEO a partecipare a un sondaggio sulle tendenze del settore.
Anche il sottoscritto, nel ruolo di Senior SEO Manager presso BRYTER, è stato invitato a contribuire al sondaggio.
Guardando ai risultati, pubblicati a inizio giugno, è particolarmente interessante la disparità nelle risposte fornite dai colleghi intervenuti; ma non sorprende più di tanto, in quanto conferma come gli aspetti della SEO possono essere percepiti in maniera diversa, in base al settore di competenza.
Variegato, infatti, il background dei partecipanti al sondaggio: da Ian Irving, Senior Data Analyst specializzato in SEO e ASO, della BBC a Jeremy Galante, Senior SEO Manager presso ClickUp, passando per Colt Silva, Senior Technical SEO Analyst per Glassdoor.
Tra i partecipanti, anche numerosi colleghi italiani, tra cui il preparatissimo Domenico Orecchio, attualmente in forza alla Nucleus Agency di Milano.
Ecco alcuni dei risultati che mi hanno colpito:
Table of Contents
L'E-A-T è ancora fondamentale per la SEO?
• L’89% dei SEO ritiene che l’E-A-T sia ancora estremamente importante. L’E-A-T (Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness) è un termine utilizzato in ambito SEO per descrivere i fattori che contribuiscono alla qualità di un sito web e alla sua credibilità.
L’E-A-T è diventato estremamente importante per i SEO perché i motori di ricerca, come Google, hanno iniziato a prendere in considerazione questi fattori quando valutano la qualità dei contenuti e la posizione dei siti web nei loro risultati di ricerca.
Ciò significa che un sito web che dimostra di possedere un’elevata expertise, autorità e affidabilità avrà maggiori possibilità di essere posizionato più in alto nei risultati di ricerca, mentre un sito web che non dimostra di possedere queste caratteristiche avrà maggiori difficoltà a posizionarsi in alto. Questo è il motivo per cui molti SEO ritengono che l’E-A-T sia ancora estremamente importante.
È importante ottimizzare un sito per i Core Web Vitals?
• Questo è interessante e in parte inaspettato: il parere su Core Web Vitals è 50/50.
I Core Web Vitals sono un insieme di metriche di prestazioni che misurano l’esperienza utente su un sito web, e sono stati identificati da Google come importanti per la SEO. Tuttavia, non tutti i SEO concordano sul fatto che i Core Web Vitals siano parametri vitali per la SEO.
Una delle ragioni per cui alcuni SEO non ritengono i Core Web Vitals come parametri vitali è che essi possono essere difficili da ottimizzare. Ad esempio, le pagine di un sito web possono avere una bassa velocità di caricamento a causa di problemi tecnici del server o di problemi di progettazione del sito, che possono essere difficili da risolvere.
Un’altra ragione per cui alcuni SEO non ritengono i Core Web Vitals come parametri vitali è che essi possono avere poco impatto sull’esperienza utente reale.
Ad esempio, un sito web potrebbe avere una velocità di caricamento elevata ma avere una scarsa usabilità o contenuti di bassa qualità, il che potrebbe comunque compromettere l’esperienza utente.
Inoltre, in alcuni casi, l’esigenza di migliorare i Core Web Vitals potrebbe andare in contrasto con l’esigenza di ottimizzare altri aspetti SEO come l’architettura del sito, la qualità del contenuto, la creazione di backlink, e l’ottimizzazione delle parole chiave.
In generale, anche se i Core Web Vitals sono importanti per la SEO, ci sono molte altre cose da considerare quando si cerca di ottimizzare un sito web per i motori di ricerca.
È una buona idea utilizzare l'AMP per il mio sito e-commerce?
• Solo il 16% utilizzerebbe AMP per un sito di e-commerce, il che ha senso poiché negli ultimi anni molti utenti hanno affermato che AMP non funziona bene con pagine dinamiche e funzionalità come la ricerca a faccette, i risultati di ricerca e le pagine del carrello degli acquisti.
Del resto, AMP (Accelerated Mobile Pages) è un progetto open-source sviluppato da Google per migliorare la velocità di caricamento delle pagine su dispositivi mobili. AMP avrebbe dovuto consentire di creare versioni ottimizzate delle pagine web che vengono caricate più rapidamente sui dispositivi mobili.
Tuttavia, anche se AMP può aumentare la velocità di caricamento delle pagine, ci sono alcune ragioni per cui un gran numero di SEO non utilizzerebbe AMP per un sito di e-commerce:
– Limitazioni funzionali: AMP impone alcune limitazioni nella progettazione e nella funzionalità delle pagine, che possono rendere difficile l’utilizzo di alcune funzionalità essenziali per un sito di e-commerce, come ad esempio la possibilità di utilizzare JavaScript o form di pagamento
– Problemi di personalizzazione: AMP fornisce un layout predefinito per le pagine, che può essere limitato nella personalizzazione del design, rendendo difficile adattare la grafica e l’esperienza utente all’immagine aziendale
– Problemi relativi ai contenuti duplicati: utilizzare AMP può causare problemi con la gestione del contenuto duplicato perché AMP crea una versione separata della pagina, dalla versione originaria. Google e altri motori di ricerca possono interpretare come contenuti duplicati e penalizzare il sito.
– Problemi di tracciabilità: alcuni strumenti di analisi, come Google Analytics, non funzionano in modo nativo su AMP, e richiedono una configurazione specifica per il tracking
In generale AMP può essere utile per alcuni siti, ma non per tutti, per questo non tutti i SEO utilizzerebbero AMP per un sito di e-commerce in particolare. È importante valutare i propri bisogni e vedere se le limitazioni imposte da AMP siano accettabili rispetto ai benefici che si otterrebbero.
Quanto contano le parole chiave LSI nella SEO?
• Un’altra sorpresa: il 59% ritiene che le parole chiave LSI contino, anche se John Muller ha affermato nel 2019 che “le parole chiave LSI sono un’invenzione e non esistono“. Tuttavia, in un mondo SEO dominato sempre più dall’intento di ricerca questo dimostra ancora una volta che i suoi proclami vanno presi con le pinze.
LSI (Latent Semantic Indexing), infatti, sono parole o frasi che sono semanticamente correlate alla parola chiave principale di un contenuto. Utilizzare parole chiave LSI nei contenuti può aiutare a migliorare la comprensione da parte dei motori di ricerca del contesto e del significato del contenuto.
Il 59% dei SEO intervistati ritiene che le parole chiave LSI siano ancora importanti perché:
– Aiutano a evitare il “keyword stuffing”: utilizzare solo la parola chiave principale può rendere il contenuto meno naturale e più artificiale, e può portare a penalizzazioni per “keyword stuffing” da parte dei motori di ricerca
– Migliorano la comprensione del contesto: l’utilizzo di parole chiave LSI aiuta a fornire maggiori informazioni ai motori di ricerca sull’argomento del contenuto e sul contesto in cui è stato scritto.
– Aiutano ad ottenere una maggiore visibilità: le parole chiave LSI possono essere utilizzate per ottenere maggiore visibilità sui motori di ricerca, poiché sono spesso utilizzate come parole chiave di lunga coda, che sono meno competitive ma spesso generano traffico di qualità.
– Incrementano la qualità del contenuto: LSI aiutano ad incrementare la qualità e l’utilità del contenuto, poiché ci permettono di creare testo che abbia una maggiore coerenza semantica e che risulti più naturale per gli utenti
– Anche se l’algoritmo di Google è in continua evoluzione e cambiamento, l’utilizzo delle parole chiave LSI è considerato una buona pratica SEO perché aiuta a creare contenuti di qualità, in grado di fornire una maggiore comprensione del contesto e un’esperienza utente migliore.
Qual è stato l'impatto della riscrittura dei Meta Tag di Google?
• Il 46% dei SEO non è in grado di misurare se la riscrittura dei titoli da parte di Google abbia un impatto sul CTR: qui mi sarei aspettato maggiori capacità analitiche dalla comunità SEO.
Il CTR (Click-Through Rate) è, infatti, una metrica utilizzata per misurare la percentuale di clic su un determinato link rispetto al numero di visualizzazioni. La riscrittura dei titoli da parte di Google può avere un impatto sul CTR, poiché i titoli modificati possono essere più accattivanti e quindi generare più clic.
Tuttavia, il motivo per cui il 46% dei SEO non è in grado di misurare l’impatto della riscrittura dei titoli da parte di Google sul CTR è dovuto a diversi fattori:
– Scarsità di dati: Google non fornisce informazioni dettagliate sulle modifiche apportate ai titoli, rendendo difficile per i SEO tracciare l’impatto delle modifiche sul CTR.
– Il CTR è influenzato dalla qualità del contenuto, la posizione del risultato nella pagina dei risultati di ricerca e il contesto di ricerca. Questi fattori possono rendere difficile isolare l’effetto esatto della riscrittura dei titoli sulla performance del CTR.
– Non sempre il CTR è la metrica chiave. Ad esempio, in alcuni casi, un sito potrebbe avere un CTR basso ma un alto tasso di conversione, il che significa che gli utenti che cliccano sul link sono più propensi a compiere un’azione desiderata come acquisto o iscrizione.
In generale, la riscrittura dei titoli da parte di Google può avere un impatto sul CTR, ma misurare questo impatto può essere complesso a causa di variabili e fattori imprevedibili.
I video influiscono ancora sulla SEO?
• Il 90% ritiene che i contenuti video influiscano sulla SEO.
Il motivo è semplice: i contenuti video possono influire positivamente sulla SEO perché possono aumentare il tempo di permanenza degli utenti sul sito e aumentare il tasso di condivisione dei contenuti.
Inoltre, i motori di ricerca come Google ora includono i video nei loro risultati di ricerca, il che significa che i video possono attirare traffico supplementare verso il sito.
Tra l’altro, l’uso dei video consente di creare contenuti coinvolgenti e di qualità, in grado di fornire valore agli utenti e di rispondere alle loro domande. Questo può aiutare a migliorare l’esperienza utente e aumentare la probabilità che gli utenti condividano i contenuti o tornino al sito in futuro.
Inoltre, l’uso dei sottotitoli nei video può anche aiutare a rendere i contenuti accessibili a una maggiore gamma di utenti, inclusi coloro che hanno difficoltà a sentire o a capire l’audio. Questo a sua volta può contribuire a migliorare l’esperienza utente e aumentare la probabilità di condivisione dei contenuti.
Infine, i video possono essere facilmente incorporati in vari formati di contenuti come blog post, landing page e cosi via, questo può aiutare a ottenere maggiore visibilità e traffico verso il sito.
I contenuti generati dall'AI sono una buona idea?
Sorprendentemente il 36% ritiene che l’utilizzo di contenuti generati dall’intelligenza artificiale sia un’ottima idea: personalmente credo che i contenuti generati dall’intelligenza artificiale non sostituiranno completamente gli esseri umani, per lo meno in tempi brevi.
Tuttavia, ammetto che l’utilizzo di contenuti generati dall’intelligenza artificiale (IA) può aiutare a generare contenuti in modo efficiente e a basso costo. Ad esempio, l‘IA può essere utilizzata per generare contenuti automatizzati come descrizioni di prodotto, recensioni dei clienti, articoli di blog e altro ancora. Ciò può consentire ai siti web di mantenere un alto volume di contenuti di qualità senza dover spendere troppo tempo o denaro per la creazione di contenuti.
Inoltre, l’IA può anche essere utilizzata per ottimizzare i contenuti esistenti, ad esempio per generare titoli accattivanti, meta descrizioni, tag H1 e altri elementi di ottimizzazione per i motori di ricerca. Ciò può aiutare a migliorare la visibilità del sito sui motori di ricerca e aumentare il traffico.
In aggiunta, l’IA può essere utilizzata per generare contenuti in modo più efficiente rispetto alle tradizionali metodologie di creazione di contenuti, che richiedono più tempo e risorse umane, questo può aiutare a ottenere maggiore scalabilità e flessibilità nella produzione di contenuti.
Detto questo, è importante notare che non tutti i contenuti generati dall’IA sono di alta qualità, e non sempre hanno lo stesso valore per gli utenti come quelli creati da scrittori esperti. Inoltre, l’uso di contenuti generati dall’IA può essere visto con sfiducia dagli utenti e dai motori di ricerca, il che potrebbe compromettere l’esperienza utente e la performance del sito nei risultati di ricerca. Pertanto, è importante valutare il proprio scenario e le proprie esigenze prima di utilizzare contenuti generati dall’IA, e assicurarsi che siano di qualità e forniscano valore agli utenti.
Le parole chiave brandizzate influenzano il posizionamento di quelle non brandizzate?
Il 54% ritiene che le parole chiave brandizzate non influiscano sul posizionamento delle parole chiave non correlate al marchio.
Le parole chiave brandizzate sono quelle che includono il nome del marchio o il nome dell’azienda in combinazione con altre parole chiave. Ad esempio, “Nike scarpe da ginnastica” sarebbe una parola chiave brandizzata.
Molte aziende utilizzano le parole chiave brandizzate per aumentare la visibilità del proprio marchio e migliorare il posizionamento dei propri siti web nei risultati di ricerca. Tuttavia, alcuni SEO ritengono che le parole chiave brandizzate non abbiano alcun impatto sul posizionamento delle parole chiave non correlate al marchio.
Ci sono diverse ragioni per cui alcuni SEO potrebbero pensare che le parole chiave brandizzate non abbiano alcun impatto sul posizionamento delle parole chiave non correlate al marchio:
– Ridondanza: le parole chiave brandizzate spesso si sovrappongono alle parole chiave non correlate al marchio, il che può rendere difficile distinguere l’impatto delle parole chiave brandizzate sul posizionamento delle parole chiave non correlate al marchio.
– Potere del brand: molte aziende hanno una forte presenza online e una grande reputazione, il che può essere sufficiente per migliorare il posizionamento dei loro siti web senza dover utilizzare parole chiave brandizzate.
– Ci sono molti fattori che influiscono sul posizionamento di un sito web nei risultati di ricerca, come la qualità del contenuto, la struttura del sito e i backlink, tutti questi fattori possono avere un effetto maggiore sul posizionamento rispetto alle parole chiave brandizzate.
Quanto dovrebbe essere lungo un contenuto SEO-friendly?
Solo il 20% degli intervistati ritiene che i contenuti SEO debbano sempre contenere più di mille parole.
La lunghezza del contenuto può influire sulla SEO, poiché i motori di ricerca considerano la lunghezza del contenuto come un indicatore della qualità e dell’utilità del contenuto per gli utenti. Tuttavia, non c’è una lunghezza ideale per i contenuti SEO e la lunghezza del contenuto non dovrebbe essere l’unico fattore considerato quando si ottimizza un sito per i motori di ricerca.
La lunghezza del contenuto dipende dal tipo di contenuti e dalla qualità del contenuti stessi. Ad esempio, un articolo di notizie potrebbe essere più breve di una guida completa su un argomento specifico. Un contenuti di qualità può essere anche breve ma dettagliato e preciso, al contrario di un contenuti lungo ma generico e non dettagliato.
Ci sono molti fattori da considerare quando si valuta la lunghezza del contenuto, tra cui il tipo di contenuti, l’argomento e l’audience target. Un contenuto più lungo potrebbe essere più adatto per un argomento complesso che richiede spiegazioni dettagliate, mentre un contenuto più breve potrebbe essere più adatto per un argomento più semplice o per un pubblico che cerca informazioni rapide.
In ogni caso, è importante che i contenuti siano di qualità e forniscano valore agli utenti, invece di concentrarsi solo sulla lunghezza del contenuto. Pertanto, solo il 20% degli intervistati ritiene che i contenuti SEO debbano sempre contenere più di 1000 parole, a meno che non sia necessario per l’argomento trattato, la qualità e l’esigenza di fornire valore al pubblico di riferimento.
Qual è l'impatto dei Social Media sulla SEO?
Il 64% dei SEO intervistati ritiene che i social media siano importanti per la SEO.
Molti SEO ritengono che i social media siano importanti per la SEO poiché possono aiutare a migliorare la visibilità e la reputazione di un sito web. Ci sono diverse ragioni per cui i social media possono essere importanti per la SEO:
– Traffico: i social media possono generare traffico diretto verso un sito web, il che può aumentare il numero di visitatori e migliorare il posizionamento del sito nei risultati di ricerca.
– Link building: i social media possono aiutare a generare backlink verso un sito web, che possono migliorare il posizionamento del sito nei risultati di ricerca.
– Reputazione online: i social media possono aiutare a costruire la reputazione online di un’azienda, il che può migliorare la visibilità e il posizionamento del sito nei risultati di ricerca.
– Condivisione ed engagement: i social media possono aiutare ad aumentare la condivisione e l’engagement del contenuto, il che può aiutare a migliorare la visibilità e la reputazione di un sito web.
– Ricerca vocale: i social media possono fornire informazioni ai motori di ricerca sui contenuti popolari e sui trend, questo a sua volta può influire sull’algoritmo e migliorare la visibilità del sito.
– Automazione: ecco perché ci sono sempre più tool che prediligono l’automazione di social signals per aiutare i siti internet a migliorare il proprio ranking (attenzione alle tattiche black hat, però. Da maneggiare con cura, per chi vuole provarle).
I social signals rappresentano interazioni degli utenti con il contenuto sui social media, come click, mi piace, condivisioni, commenti e visualizzazioni. Tali segnali possono essere utilizzati dai motori di ricerca come indicatore della popolarità e della qualità del contenuto, e possono influire sulla SEO.
I segnali social possono aiutare i motori di ricerca a capire quale contenuto è popolare e interessante per gli utenti, e questo può influire sul posizionamento del sito nei risultati di ricerca. Ad esempio, un contenuto che riceve molti mi piace, click e condivisioni sui social media potrebbe essere considerato più rilevante e di qualità rispetto a un contenuto che non riceve molte interazioni.