La SEO nell’Era dell’AI: il Talk di Andrea Motta al WordPress MeetUp Catania 2025
Giovedì 23 ottobre 2025, dopo poco più di un anno, Andrea Motta, Consulente SEO, è tornato protagonista al WordPress MeetUp Catania con un talk dedicato a un tema quanto mai attuale: “La SEO nell’Era dell’AI”.
L’evento si è tenuto, come di consueto, presso il LocalHost Coworking Space di Angelo Venturelli, fondatore tra le altre anche dell’agenzia Specialisti Digitali, e ha riunito decine di professionisti e appassionati del mondo digitale.
La serata è stata introdotta da Francesco Grasso, DevOps & WordPress Developer, e sponsorizzata da YITH, una delle aziende italiane più note per lo sviluppo di plugin per WooCommerce.
Oltre ai gadget e a un rinfresco finale, i partecipanti hanno avuto l’occasione di confrontarsi su un argomento che sta ridefinendo il presente e il futuro del digital marketing: l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla SEO.
Table of Contents
Come l’AI sta cambiando la ricerca online
L’intervento di Andrea Motta si è aperto con una panoramica sull’evoluzione dei motori di ricerca negli ultimi anni.
Da un ecosistema dominato da Google, oggi assistiamo a una frammentazione della ricerca, con nuovi attori che stanno rapidamente conquistando spazio: ChatGPT, Perplexity, Gemini, Copilot, Claude, DeepSeek e altri sistemi AI in grado di fornire risposte dirette, conversazionali e contestuali.
Non è cambiato solo chi fornisce le risposte, ma anche come gli utenti le cercano. La Generazione Z, per esempio, tende sempre più a utilizzare TikTok o Instagram per ottenere consigli o informazioni, mentre chi si affida all’intelligenza artificiale formula domande più lunghe e conversazionali. Inoltre, le ricerche diventano più numerose per singolo utente: i chatbot mantengono la memoria dei dialoghi, creando un’esperienza di ricerca continua e personalizzata.
Le mosse di Google e la crescita dei risultati “zero click”
Per non perdere terreno, Google sta rispondendo con innovazioni come AI Overview e AI Mode, già disponibili anche in Italia dopo il lancio iniziale negli Stati Uniti.
Tuttavia, queste nuove funzionalità stanno aumentando il fenomeno dei “zero click results”, ovvero quelle situazioni in cui l’utente trova la risposta direttamente nella SERP, senza cliccare sui siti web.
Questo trend ha un impatto particolarmente negativo per editori, portali informativi e piattaforme di comparazione, che vedono diminuire il traffico organico. Al contrario, settori come e-commerce, betting e servizi locali si dimostrano più resilienti, poiché richiedono ancora un’interazione diretta con il sito o l’app.
Dall’informazione all’azione: acquisti diretti dai chatbot
Un’altra tendenza discussa durante il talk riguarda la progressiva integrazione dell’AI nei processi di acquisto.
Negli Stati Uniti, servizi come “Buy with Pro” o “Buy for Me” – già in fase di test da parte di Google e ChatGPT – permettono di completare un acquisto direttamente dal chatbot.
Basta un click sul pulsante “Buy” affinché il sistema aggiunga il prodotto al carrello del merchant e completi la transazione utilizzando i dati di pagamento salvati in Google Pay.
Una rivoluzione che trasforma radicalmente il customer journey, rendendo la SEO non più confinata ai motori di ricerca tradizionali, ma distribuita in tutti i punti di contatto dove l’utente può interagire con un assistente AI.
Da dove arrivano i dati degli LLM
Un’altra parte centrale dell’intervento ha riguardato la fonte dei dati degli LLM. Andrea ha spiegato come i modelli vengano addestrati su enormi dataset raccolti fino a una cut-off date, una data limite oltre la quale i contenuti non vengono più aggiornati nel training.
Per ottenere informazioni più recenti, questi modelli si affidano a sistemi RAG (Retrieval-Augmented Generation), che combinano la conoscenza pre-addestrata con ricerche in tempo reale.
SEO e AI: si possono tracciare i dati degli LLM?
Uno dei temi più dibattuti è stato quello della misurazione della visibilità nei chatbot AI.
La community SEO si divide tra chi ritiene inutile tracciare i prompt – data la natura personalizzata delle risposte e la memoria del singolo utente – e chi invece crede che questi dati possano offrire preziose indicazioni strategiche.
Sono stati citati strumenti come Profound e Peec.AI, progettati per analizzare la presenza dei brand all’interno delle risposte AI. Si tratta di soluzioni ancora sperimentali e dai costi elevati (con piani che, sovente, partono da 499 $ al mese), ma che mostrano come il settore si stia già muovendo verso nuove forme di AI visibility tracking.
Best practice per farsi trovare dagli LLM
Andrea ha poi condiviso una serie di buone pratiche per ottimizzare la presenza dei siti negli LLM, molte delle quali rimangono valide anche nella SEO tradizionale. Eccone una sintesi estrema:
assicurarsi che le pagine siano indicizzabili e accessibili;
organizzare i contenuti in modo chiaro e strutturato;
implementare dati strutturati (Schema Markup) per facilitare la comprensione dei contenuti;
analizzare i log server per capire come gli LLM leggono le pagine;
monitorare le fonti di citazione nelle risposte AI e provare, tramite reverse engineering, a essere inclusi;
partecipare a discussioni su piattaforme UGC (User Generated Content) come Quora o Reddit, che vengono spesso utilizzate come fonte dai modelli linguistici;
infine, sperimentare l’inserimento del file LLMS.txt, un’iniziativa ancora non standard ma che potrebbe aiutare i bot AI a interpretare meglio la struttura dei siti.
SEO o AIO? Ecco l'acronimo giusto
Nella parte finale, Andrea ha ironizzato sulla proliferazione di nuovi acronimi legati alla SEO nell’era dell’AI: AIO, AEO, LLMO, GEO, EIEIO, ecc.
Ma, come sottolineato anche da Rand Fishkin, l’acronimo più efficace rimane SEO: Search Everywhere Optimisation.
Un concetto che oggi assume un nuovo significato: ottimizzare la propria presenza ovunque il pubblico cerchi informazioni – che sia su Google, in un’app, su un social o dentro un chatbot.
La dimostrazione pratica: Rank Math e il file LLMS.txt
A chiudere l’evento è stato Stefano Presti, Engineering Manager di Muza Studio, che ha mostrato dal vivo come utilizzare Rank Math per generare e inserire dati strutturati, e come creare e aggiungere il file LLM.txt in un sito WordPress. Una dimostrazione molto apprezzata, che ha reso concreto il legame tra teoria e pratica SEO.
Andrea Motta: “La SEO non è affatto morta, si sta solo evolvendo”
In chiusura, Andrea ha voluto condividere una riflessione personale:
“Sono molto contento di essere tornato a LocalHost. Dopo tanti anni all’estero, è sempre bello vedere come anche a Catania ci sia un fermento digitale così vivo. Il talk è stato ben accolto, la sala era piena, e ho visto tante persone prendere appunti e fare domande.
Il boom dell’AI ha rivoluzionato tantissimi settori in pochissimo tempo – tra cui la SEO. Ma contrariamente a quanto molti pensano, la SEO non è morta. Finché ci sarà qualcosa da classificare in un motore di ricerca – che sia un sito su Google o un motore di ricerca AI, una app su Google Play o un prodotto su Amazon – questo mestiere continuerà a esistere. Si sta semplicemente evolvendo.
Ed è entusiasmante che sia così. L’importante è restare curiosi, aggiornarsi e mantenere la voglia di imparare. Solo così continueremo a fare questo lavoro con successo.”
Insomma, il talk di Andrea Motta al WordPress MeetUp Catania ha offerto non solo una fotografia dello stato attuale della SEO nell’era dell’intelligenza artificiale, ma anche un messaggio di ottimismo e adattabilità: in un mondo dove l’AI cambia tutto, chi resta aggiornato e sa innovare continuerà a trovare spazio e opportunità.
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